The best is yet to come!

Se guardo indietro a valutare il 2015, posso solo rendermi conto che questo, come ogni anno passato e come ogni anno a venire, ha i suoi aspetti positivi e quelli negativi. Ogni anno può essere più o meno “fortunato”, ma tutto sta negli occhi con cui lo si vuole guardare.

Per me, questo 2015 è stato l’anno della scoperta, della rivelazione. Ho scoperto essenzialmente me stessa. Se un anno fa avessi anche solo potuto immaginare dove sarei stata oggi, non lo avrei ritenuto possibile.

Probabilmente per chi mi guarda “da lontano” sono sempre la stessa o anzi sono più antipatica e introversa. Chi mi vuol bene, a chi io voglio bene, invece, sa che il 2015 mi ha dato qualche momento davvero terribile che ho pensato di non superare, ma proprio grazie a questi ostacoli sono arrivata dove sono. E questi passi compiuti in avanti sono di quelli per cui non è prevista la retromarcia, sono quei risultati ottenuti rischiando, avendo finalmente quel coraggio che troppo spesso mi è mancato.

Dunque grazie 2015, ma anche grazie a chi nel corso di questo anno (e di quelli precedenti) mi ha dato modo di avere coraggio, di rinunciare a ciò che mi pareva essenziale, di tentare missioni apparentemente impossibili e grazie a chi mi ha aiutato nel buttarmi a capofitto nel vivere questa mia vita, nel bene e nel male. 

Un grazie enorme e dal profondo del cuore va a quegli amici ritrovati e trovati in quest’anno, ma soprattutto a mio marito. A lui che mi ha ascoltato (molto spesso direi), sostenuto, fatto ridere e asciugato lacrime fin troppo amare, letto i miei articoli, riaggomitolato i miei gomitoli senza che mai nulla fosse per lui, assaggiato e apprezzato i miei piatti a volte molto “pronti” e lasciandomi tutto il tempo per dar vita ai miei progetti, più o meno reali, senza mai dirmi “non puoi farcela”, ma al contrario incoraggiandomi ogni giorno a vedere il bicchiere mezzo pieno.

E questo perché, come mi sono tatuata proprio all’inizio di questo 2015, “la felicità è una scelta quotidiana. Non la trovi in assenza di problemi, la trovi nonostante i problemi”.

Per tutti questi motivi, ho voluto onorare questo 2015 dando vita a quello che ho chiamato il “kit del buonumore”. La destinataria è stata Stefania M., donna dal cuore grande e dal forte carattere. Ho voluto prepararle un regalino che le tenesse compagnia ogni giorno, dal risveglio e per tutta la giornata:  

  
 Il kit è stato realizzato in cotone Paris Drops a punto basso e comprende: un guanto doccia, un porta rossetto, un astuccio, un porta cellulare e infine un “porta pazienza”, cioè una bustina che racchiude un blocchetto e una matita per annotare tutti i pensieri negativi e poi dimenticarli, magari aiutandosi con un cioccolatino alcolico.

Credo che il mio regalo le sia piaciuto e indagherò durante il nuovo anno per capire se questi oggetti le daranno almeno un po’ di conforto, se non proprio il buonumore, anche se immagino che per una persona come la Stemina valga più il pensiero che l’oggetto in se. Ed è di persone così che si ha bisogno, vicine nonostante la lontananza e sempre pronte a donare un sorriso, nonostante i guai.

Tanti auguri a tutti e siate felici, perché il meglio deve ancora arrivare! 

LaBeBi

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Wine & friends are a great blend (E. Hemingway)

Mi è sempre stato detto che le amicizie più sincere e durature sono quelle nate sui banchi di scuola. Personalmente ho avuto le mie batoste e le mie delusioni, ma in linea di massima, posso affermare che questo principio, quello dei banchi di scuola, ha una buona parte di verità.

Ho al mio attivo poche, selezionate amicizie. Il matrimonio è stato un momento in cui gli “amici” si sono manifestati, perché è così, lo dice pure David Lynch: le persone non cambiano, si rivelano. Ed è per questo che credo fermamente nella selezione che ho messo in atto, più o meno in modo naturale.

Essendo figlia unica sono sempre stata abituata a star da sola, a giocare con le mie bambole e quel che trovavo in casa, alla corda e più comodamente all’elastico con le sedie. Non ho mai particolarmente sofferto di questa solitudine, anzi…forse mi faceva apprezzare di più i momenti in compagnia. L’unica pecca è che ho sempre preteso molto dai miei rapporti e questo spiega tante cose. Non so se sono generosa o meno, ma credo di impegnarmi e dare quanto più mi è possibile ad ogni persona che incontro. Chi mi conosce bene, poi, sa che credo con tutta me stessa nella teoria junghiana della sincronicità e, quindi, reputo utile chiunque si presenti sulla mia strada, nel bene o nel male.

Quest’anno a fine maggio ho rivisto, dopo ben 25 anni, alcuni compagni di classe delle medie. Da allora ci siamo rivisti tre o quattro volte (è avvenuta anche in questo caso una selezione naturale) e ci rivedremo ancora prima della fine dell’anno. Ci sentiamo ogni giorno, ridiamo, ricordiamo e a volte dimentichiamo, ma è bellissimo! Il rapporto che si è creato è fantastico perché sincero, forse perché nato sui banchi di scuola, ma di sicuro maturato (e migliorato, un po’ come il vino che consumiamo in abbondanza durante questi incontri) nel tempo.

Le ragazze erano splendide bambine e sono donne stupende. I ragazzi erano teneri bambini e sono uomini forse vagamente immaturi, ma con un grande cuore, ancor più tenero.

Virginia, Alessia, Georgea, Alessandra (Ale fatti vedere e sentire di più, ti prego, e lo stesso vale per te, Luca!), Alberto, Stefano e, non ultimo, Lorenzo sappiate che vi voglio bene.

Tanto.

E sappiate anche che non lo dico spesso. Anzi mai. Ma non posso dire altro: vi voglio bene.

Sono felice di sentirvi ogni giorno e di vedervi appena possibile e spero che si possa continuare ad organizzare le nostre cene almeno fino a quando non avremo più la forza di stappare una bottiglia di vino, aprire un barattolo di funghi sott’olio o salire quattro piani di scale!

E alla faccia di Jung, sapete che c’è? Assumo per un attimo i panni di Alberto oratore e vi cito, adattandolo, Charles Dickens: voi per me siete persone di quelle che si ri-incontrano quando la vita decide di farti un regalo. 

  
Perché voi (e un paio di altre persone per quest’anno) siete stati un regalo, di quelli il cui valore non è assolutamente misurabile.

Vivitibbi.

LaBeBi