J’adore RIOT

La nota pubblicità del profumo DIOR mi ha sempre affascinato: la camminata sinuosa della sua bellissima testimonial è assolutamente accattivante. E anche il profumo mi piace parecchio. 

A parte tutto, l’unica cosa che ho esclamato all’arrivo del mio pacchetto da Riot-Clothing-Space è stato: ADORO!  

 Che altro aggiungere?

Ho conosciuto Simone Villa per caso, su Facebook, per una passione comune, quella dell’handmade e da qualche giorno capita spesso che ci si scambi informazioni ed opinioni.

Simone è un ragazzo di 39 anni, nato nella provincia milanese. Dopo aver studiato fashion design al Marangoni di Milano, ha lavorato come stilista per un big degli anni ’80, Giorgio Correggiari, e ha collaborato con uno studio di stilistica con sede a Verona e Hong Kong, occupandosi della linea accessori di Benetton, Sixty, Levi’s e Think Pink. Nel frattempo ha anche realizzato una propria linea di streetwear femminile e a fine 2014 ha deciso di investire energie e competenze su sè stesso aprendo il suo laboratorio/negozio, il Riot Clothing Space, a Verona, città in cui ormai risiede.

L’arte di Simone si esprime attraverso la sua stessa visione di moda artigianale all’insegna dell’upcycle multimaterico. Recupera materiali di scarto, principalmente tessili, da aziende e privati, e dona nuova vita e nuovo utilizzo. Il suo laboratorio è anche un punto di incontro per chi ama “fare con le mani” e così organizza spesso corsi ed eventi.

Simone è un uomo curioso, un uomo a cui piace conoscere e scoprire. Così, appena gli è possibile, va nei mercatini alla scoperta di nuovi materiali e nelle librerie per cercare nuovi spunti creativi. Si affida anche a numerose riviste di importazione e naviga, naviga e naviga alla ricerca di spunti per il suo “mood board”.

Ad oggi ha principalmente due obiettivi: attivare collaborazioni per realizzare hand made a più mani e il co-marketing con altre realtà. Notizia dell’ultimo minuto è la collaborazione con Elbert Espeleta, di cui ho scritto nell’articolo “do what you love”. Io sono certa che Elbert e Simone daranno vita a gomitoli e manufatti a dir poco geniali.

Simone, in questo momento, ha anche in corso una campagna di crowfunding. Vuole raggiungere il budget per poter acquistare una macchina da ricamo con lo scopo di personalizzare i prodotti su richiesta, ma soprattutto per trasformare i suoi personaggi da “semplici” illustrazioni ad adorabili creature che andranno a vivere sui suoi capi, rendendoli opere d’arte uniche e fantastiche.

  
Io il mio dovere l’ho fatto e non è detto che per Natale non lo rifaccia. Ho anche ricevuto una superlativa ricompensa:

  
Questo il link: https://www.facebook.com/events/1688977114649102/ clicchiamo e doniamo! Abbiamo tempo fino al 31 gennaio 2016.

Simone ha una fantasia infinita, un’arte unica, una creatività esplosiva. 

Bastano 5€ e cosa sono? Niente, davvero! Ma a lui consentirebbero di realizzare un sogno e per chi ama l’hand made, per chi realizza l’hand made un sogno è tutto: un elisir di lunga vita perché di eterna creatività.

Beatrice 

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Happy Together, anche in casa e con la pioggia!

Non ho figli. Non sono arrivati e forse non arriveranno. A volte penso di perdermi qualcosa, altre volte, invece, penso che non sarei in grado di gestire altri esseri umani, visto che fatico già a gestire me stessa.

In ogni caso i bambini mi piacciono. Molto. E credo anche di saperci fare, almeno per qualche ora.

Qualche giorno fa ho convinto la mia amica Alessandra a prendersi una serata con il marito e a “cedermi” i gemelli.

Sto quindi pensando a come impiegare il pomeriggio e guardando online ho avuto almeno 3 o 4 illuminazioni.

La prima la devo alla mia amichetta social Chiara Scaffini (Uncinettoimperfetto su Facebook, Instagram e Etsy) ed è il suo “braccialetto imperfetto”, di cui ho già parlato e che adoro!

  
La nostra versione non sarà così bella, ma sono certa che Valentina impazzirà e che Gabriele ne vorrà fare uno per la sua mamma. Per questo bracciale basterà un po’ di filo, magari di cotone e magari con delle perline.

La seconda idea è culinaria. Sono le rose di mele (su Google con questo nome). Servono 2 mele rosse, 1 sfoglia rettangolare di pasta brisè è un po’ di marmellata di albicocche. La mela va ripulita del torsolo, divisa in due parti e poi tagliata in fette sottili. Queste ultime vanno ripassate al microonde ma credo non sia fondamentale e al più rimarranno leggermente più croccanti se non si esegue il passaggio. La marmellata va diluita con poca acqua e dopo aver tagliato delle strisce di sfoglia, va spennellata su di esse. Sul bordo (solo da un lato) bisogna disporre le fettine di mela sovrapponendole una all’altra. Chiudere la sfoglia e arrotolare. In forno (non ho idea del tempo necessario quindi controllerò spesso la cottura) e questo è il risultato:

  
La terza idea l’ho trovata su internet e non so se mi sarà possibile applicarla esattamente come è descritta online. In sostanza bisogna infilare una sorpresina (ad esempio quelle degli ovetti di cioccolata) in alcuni palloncini gonfiati con elio chiudendoli poi con nastri più o meno lunghi. I bimbi dovrebbero saltare per prenderli, scoppiarli e chi trova la sorpresa se la tiene. Forse è un gioco adatto a bimbi più grandi di 4 anni. Se lo mettessi in pratica gonfierei i palloncini alla vecchia maniera e metterei una sorpresina in ogni palloncino. Legherei ad ognuno del filo e tirerei i palloncini che i gemelli cercherebbero di prendere. E il salto sul palloncino conquistato sarebbe sul divano, per evitare traumi di vario genere…

Infine le decorazioni natalizie! Bisogna procurarsi colla liquida, acqua, una ciotola, palloncini piccoli, una matassa di filo, meglio se di cotone. Si gonfiano i palloncini, si scioglie la colla con l’acqua nella ciotola e ci si mette un po’ di filo. Quando sarà ben impregnato si arrotola sui palloncini lasciando la chiusura ben in vista. Si fa asciugare il tutto mettendo i palloncini in una scatola e usando l’asciugacapelli per velocizzare il processo. Quando il filo sarà rigido, si fanno scoppiare i palloncini con uno spillone e si sfila ciò che rimane del palloncino stesso. La palla che di ottiene si può usare come decorazione natalizia o per custodire una lucina.

  
Io mi sono già procurata dei guanti e due sacchetti della spesa (non bio) da tagliare sul fondo e usare come grembiulini. Sarà il caso di procurarmi anche un bel po’ di giornali per coprire il tavolo e magari anche il pavimento.

Ecco qui, sono pronta!

Sono pronta a prendermi del tempo per tornare bambina e a dedicare del tempo a questi due splendidi bambini, che già mi aspettano e che oggi non volevano andare a scuola “perché viene a trovarci la zia Bea”!

LaBeBi