Life is better at the beach!

La mia prima volta in Sardegna è stata esattamente 13 anni fa. Quell’anno per me ha significato molto, è stato un anno di passaggio, un anno, come dico io, “a partire dal quale”.

E non avrei mai immaginato che dopo quella settimana di più di 10 anni fa, ne sarebbero seguire tante e ancora tante. Eh sì perché la Sardegna è da qualche anno la mia vacanza , il posto in cui vado per riprendermi, per rilassarmi, per abbronzarmi (per quanto mi sia difficile), per mangiare le cozze e i ravioli, per mangiare le pizzette di sfoglia e l’anguria, per mangiare la focaccia di cipolle, che piace tanto a mio marito e che si trova solo molto presto la mattina, e per bere il caffè corretto col Fernet Branca. È un posto che mi permette di staccare la spina, che mi fa apprezzare le cose semplici come il silenzio assoluto, le stelle che brillano, la luna che illumina le calde serate e il sole che sorge tra le montagne.

E poi amo le spiagge sabbiose e il mare sardi. Quei colori che ti rimangono nel cuore e negli occhi e che ti aiutano a superare l’inverno milanese. Quei colori che sono dei semplici azzurri e verdi che però non sono semplici azzurri o semplici verdi, ma vanno oltre perché cambiano di sfumatura ogni minuto per come girano il sole e il vento e non è neanche possibile catturarli in uno scatto.

Quest’anno, prima di partire per la Sardegna ho iniziato (finalmente) e concluso uno scialle, il Therapy (http://www.ravelry.com/patterns/library/therapy), di cui ho già parlato più di un anno fa nel mio articolo “Knit And Love” (https://chiediloalabebi.com/2016/09/12/knit-and-love/) e ho scelto proprio i colori che mi ricordano le mie giornate al mare. 


Ho usato la cotton merino della Drops n. 26 (blu tempesta) e un fantastico gomitolo di Elbert Espeleta (cercatelo su Etsy come Chiaroscurodyelab).


È una silk merino di cui, come sempre, non posso che dire meraviglie. È stato un piacere lavorarla e sono certa che questo scialle mi sia venuto così bene proprio grazie a questo filato.

Di recente sono diventata la regina del #maipiusenza e devo, obbligatoriamente, inserire nella mia personale top five da knitter compulsiva quale sono, sia questo pattern (i 5 dollari sono assolutamente spesi bene, credetemi!), sia i gomitoli di Elbert.

Questo scialle è perfetto da portare in vacanza, ovunque si vada naturalmente e se amate viaggiare o avete amiche che viaggiano spesso (o anche solo di rado), approfittatene! Le istruzioni sono in inglese ma si ripetono e, quindi, è necessario tradurre o trovare la traduzione solo delle prime righe. Lavorare questo scialle è davvero una passeggiata. È piuttosto veloce e dopo le prime righe, la ripetizione verrà automatica. Il pattern prevede l’uso di tre colori che rendono, se ben combinati, il risultato davvero elegante e d’effetto, ma anche usare due soli diversi gomitoli, come ho fatto io, non riduce la bellezza del capo.

Ho appena ricominciato a lavorare di nuovo questo progetto (chi mi conosce sa che per me settembre è anche iniziare a preparare i regali di Natale) e sto usando un unico colore:


Questo gomitolo di lana pelosa è cangiante (anche se molto discretamente) e crea esso stesso un movimento assolutamente affascinante. Voglio però replicare questo scialle almeno in altri due modi. Il primo è alternando una lana grigia e una lana a più colori sgargianti, dal giallo, al rosso, al blu e così via. Ho trovato questa immagine su Pinterest.


Mi piace tantissimo la combinazione dei colori (userei solo un grigio più scuro) e sono proprio curiosa di vedere come possano alternarsi i colori in una lavorazione che si sviluppa come questo progetto.
La seconda idea invece è quella di dividere le 327 righe di lavoro in fasce regolari di colori pastello tutte diverse. Vorrei usare una lana leggera, magari quella silk alpaca che tengo da parte da un po’, e dei ferri un po’ grossi. Non ho trovato immagini di questa idea che mi frulla in testa ma posso mostrare i miei gomitoli:


E dunque anche lavorare uno scialle come questo è un po’ un viaggio, reale e di fantasia nello stesso momento.

Non importa quindi quale sia il tipo di viaggio, purché si parta, spesso o raramente perché come dice un anonimo “travel is the only thing you buy that makes you richer” (viaggiare è l’unica cosa che si compra e che rende più ricchi).

LaBeBi

8 thoughts on “Life is better at the beach!

  1. ciao,sto cercando disperatamente una mantella da regalare a mia nonna ma non sono proprio capace,
    per caso tu la venderesti una su richiesta?
    grazie mille e scusa il disturbo

    Liked by 1 person

Leave a comment